domenica 19 aprile 2009

La solitudine (1) - ITA


La persona davvero consapevole è quella che sa vivere da sola. Ma questa è solo una mezza verità; l'altra metà è questa: chi è davvero in grado di vivere da solo, è anche capace di vivere con qualcuno. Di fatto, solo lui può vivere in compagnia.
Chi non sa stare solo non può stare con qualcuno, perché non ha individualità. Chi non ha individualità non può stare con qualcuno: perché? Ci sono molti problemi. Come prima cosa, egli ha paura che avvicinandosi troppo all'altro perderà se stesso. Non possiede ancora integrità: ha paura.
Ecco perché la gente ha paura dell'amore, di troppo amore; teme di avvicinarsi troppo, perché potrebbe dissolversi, nell'altro. La paura è questa: l'altro potrebbe dominarti, diventare tutta la tua vita. Si rischia di farsi possedere.
Solo chi conosce la bellezza della solitudine è in grado di venire il più vicino possibile, perché non ha paure. Egli sa essere, sa che in lui esiste un essere integro. Al suo interno si è cristallizzato qualcosa, perché senza quel «qualcosa» di cristallizzato non sarebbe capace di stare solo.
E secondo: quando una persona non sa stare sola, dipende sempre dall'altro. Si aggrappa, perché ha paura che l'altro possa andarsene, e in quel caso soffrirebbe di solitudine. Quindi si aggrappa, sfrutta l'altro, crea ogni tipo di schiavitù intorno a sé.
E quando possiedi un altro essere umano, diventi un suo possesso. Funziona in entrambe le direzioni. Se riduci l'altro a uno schiavo, egli riduce te a uno schiavo. E se hai così paura che l'altro ti abbandoni, sei pronto a fare compromessi, sei disponibile a ogni genere di accomodamento.
Lo vedrai succedere tra mogli e mariti. Hanno fatto un compromesso, vendendo la loro anima, per una semplice ragione: non sanno stare soli. Hanno paura che l'uomo o la donna possano andarsene, e basta l'idea a terrorizzarli.
La capacità di stare soli è la capacità di amare. Potrebbe sembrarti paradossale, ma non lo è. E una verità esistenziale solo coloro che sono capaci distare soli sono capaci di amare, di condividere, di arrivare fino all'essenza più intima di una persona; senza possederla e senza diventarne dipendenti, senza ridurla a una cosa e senza dipendere da lei, senza esserne assuefatti. Lasciano libertà assoluta all'altro, perché sanno che se li lascia sarebbero altrettanto felici. La loro felicità non può essere portata via dall'altro, perché non è lui a darla.
Allora perché vogliono stare insieme? Non è più un bisogno, ma un lusso. Prova a capirlo. Le persone autentiche si amano l'un l'altra come un lusso, non come un bisogno. Godono nel condividere: hanno tanta felicità che vorrebbero riversarla in qualcuno. Ma sanno anche suonare le loro vite da solisti.
Il solista di flauto sa apprezzare il suo strumento senza nessun accompagnamento, ma se trovasse un solista di tabla entrambi sarebbero felici nello stare insieme e nel creare un'armonia tra tabla e flauto; tutti e due proverebbero piacere nel riversare la propria ricchezza l'uno nell'altro.
D'altra parte, la società è formata da gente bisognosa, dipendente in un modo o nell'altro. I bambini dipendono dai genitori, ma ricorda, anche i genitori dipendono dai figli. Potrebbe sembrarti meno ovvio, ma è così. Osserva meglio: la madre non può stare senza il bambino, né lui senza di lei, ovviamente.
I membri della famiglia dipendono e si aggrappano l'uno all'altro per avere conforto, garanzia e sicurezza; la famiglia stessa è dipendente da altre famiglie; la gente dipende dalla Chiesa, dai club, dalle società: è un grande mondo fatto di persone infantili e di ragazzini immaturi.

«Osho, La Via del Cuore»

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